Il gruppo di ricerca dell’Istituto Telethon di Genetica e Medicina (Tigem) di Pozzuoli (NA), guidato dal professor Alberto Auricchio, ha recentemente pubblicato un articolo sulla rivista Nature Communications che descrive delle nuove strategie per superare alcuni dei limiti dei vettori virali adenoassociati (AAV), ampiamente utilizzati nelle terapie geniche per il trasporto di materiale genetico.
Il primo limite dei vettori virali adenoassociati è l’impossibilità di integrazione del loro carico genetico con il DNA della cellula. Infatti, essi rimangono come frammenti liberi nel citoplasma e pertanto, non si rivelano efficaci nel trattamento di patologie che colpiscono cellule con riproduzione attiva. Per far fronte a questo problema, il team di ricerca del Tigem ha utilizzato il sistema di editing genetico CRISPR-Cas9 che permette di intervenire in modo molto preciso e può essere programmato per integrare il gene terapeutico all’interno del DNA della cellula bersaglio.
Inoltre, utilizzando singolarmente le terapie veicolate da AAV è possibile intervenire solo su patologie causate da mutazioni caratterizzate dall’assenza o dalla subattività di un gene. L’associazione CRISPR-Cas9 e AAV permetterebbe invece di intervenire su qualsiasi mutazione: le forbici molecolari di CRISPR-Cas9 eliminano il gene compromesso che viene sostituito da una copia ben funzionante trasportata da AAV. In questo modo è possibile intervenire anche su patologie causate dall’iperattività di un gene.
Un altro limite che caratterizza i vettori virali adenoassociati è il limite di carico. In questo caso il team di Auricchio ha pensato di usare due vettori per trasferire contemporaneamente due porzioni dello stesso gene utilizzando due diverse piattaforme che al momento si trovano in sviluppo presso la start-up AAVantgarde-Bio. Queste piattaforme permettono alle due porzioni del gene trasportato di riconoscersi e ricongiungersi una volta entrati nel nucleo della cellula ospite ripristinando il gene e la funzione ad esso correlata.